La fede della Chiesa Universale

La Santa Chiesa Universale ritiene fermamente e senza cambiamenti la “fede che è stata trasmessa una volta per sempre ai santi” - Giuda 3. Qual è questa fede immutata?
La fede cristiana, essendo radicata nella persona di Gesù Cristo, l’Iddio che veramente nacque, visse e morì in mezzo agli uomini per la nostra salvezza, ha le sue basi nella storia, le sue vette nella teologia, il suo scopo nella soteriologia. La pienezza di questa fede è stata predicata dall’apostolo Paolo alle genti di ogni nazione, perciò il suo Vangelo, annunciato soprattutto nelle sue tredici epistole, resta l’irremovibile fondamento della Chiesa Cristiana.
Non formulato in maniera scolastica, ma piuttosto come un gioioso e insistente messaggio, questo Vangelo parla dell’uomo Gesù e della sua Divinità, presentandoLo agli eletti come l’unica via di salvezza. Non si propone lo scopo di sviluppare un’etica cristiana, ancor meno di promuovere una nuova religione. I riti, limitati a due, ed il comportamento sono posti a corollario di una sostanza salvifica, la grazia di Dio, cui però nulla aggiungono.
Il messaggio è offerto in maniera chiara, corredato di riferimenti scritturistici ed esempi di vita pratica, non necessita dunque di alcuna autorità interpretativa, neppure l’apostolica e la profetica, che anzi gli sono vincolate: cfr. Galati 2:11.14. Non accetta contraddittori, essendo l’immediata rivelazione di Dio - Galati 1:11s - proprietario di un valore assoluto, essendo il Vangelo su cui Dio fonderà il giudizio del mondo: Romani 2:16. Infine la sua accoglienza non è vincolata allo stato morale o intellettuale dell’uditore, essendo preordinata prima di ogni tempo e di ogni azione dalla sovrana volontà di Dio: Romani 9:10-24; cfr. Atti 13:48.
Il Vangelo dell’apostolo Paolo consta di tre soli punti fondamentali:
I. Gesù è l’unico Signore e Dio: Padre e Figlio e Spirito Santo - Parte teologica.
II. Gesù è veramente nato Figlio di Dio da una vergine, è veramente vissuto uomo tra gli uomini senza commettere peccato, è veramente morto in croce e disceso all’inferno, è veramente risorto dai morti e salito al Cielo - Parte storica.
III. Gesù, il Figlio di Dio, con la sua morte di maledizione, ha liberato la sua Chiesa dalla dannazione eterna e dalla Legge e, risorgendo da morte, è divenuto il suo vivente capo e l’unico mediatore tra essa e Dio. La fede in questo Vangelo è sufficiente e necessaria per essere parte di questa Chiesa ed ereditare il Regno di Dio, quando Gesù tornerà nella gloria - Parte soteriologica.
Al di fuori di queste tre proposizioni, esposte già nelle Scritture e nell'immutabile Simbolo Niceno, i Cristiani Universali non sono costretti a credere altro e possono credere ciò che vogliono. Invero molte comunità cristiane vantano una fede più estesa, allargata a tutti i contenuti della Sacra Scrittura, anche minimi. Tuttavia è bene notare che la salvezza non è legata alla credenza in un Libro, sebbene ispirato, ma alla fede nella Persona vivente di Gesù Cristo, cui le Scritture sono soltanto accessorie: 2 Timoteo 3:15. Al di là di questa funzione propedeutica, esse sono si utili - 2 Timoteo 3:16 - ma non più necessarie. Porre la fede nelle Scritture come vincolante e distintiva per la Chiesa al pari della fede in Gesù secondo le Scritture, è una disciplina ecclesiastica non priva di pericolo e a rischio di idolatria. Il discernimento delle comunità cristiane non deve basarsi sull’eventuale pedissequa riverenza per la Bibbia, ma sul pubblico annuncio di Gesù, perché “lo spirito che non riconosce pubblicamente Gesù non è da Dio, ma è lo spirito dell’anticristo” - 1 Giovanni 4:3. Infatti “Egli ci ha resi idonei ad esseri ministri di un nuovo patto, non di lettera, ma di Spirito, poiché la lettera uccide, lo Spirito dà la vita” - 2 Corinzi 3:6. Si pone dunque fuori della Chiesa di Dio chiunque neghi fiducia al Vangelo di Paolo, in qualsiasi pagina delle Scritture contenuto - cfr. Giovanni 20:31 - ma non chi la neghi, seppure pericolosamente, ai contenuti minori delle Scritture, che anzi sono esse stesse sottoposte al confronto con quel Vangelo, poiché qualunque opinione in ambito teologico, storico e soteriologico che contrasti con le proposizioni di cui sopra, si veda il caso della lettera di Giacomo, pone chiunque in una situazione di anatema, secondo le parole dello stesso apostolo:
“Se anche noi stessi o un angelo dal Cielo vi annunziasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato,
sia anatema!
Come abbiamo già detto, lo ripeto anche adesso:
Se qualcuno vi annunziasse un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anatema!"
Galati 1:8s

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