Il segno della salvezza

Come puoi sapere di essere salvato? Semplicemente dal fatto di dire pubblicamente il tuo Amen al Vangelo di Paolo. La confessione della tua fede è l’unico segno che ti conferma di essere una pecora dell’ovile di Cristo: Matteo 10:32-33p; 1 Corinzi 12:3; 2 Corinzi 4:13. Non hai bisogno di cercare ulteriori conferme, quali una vita santa o addirittura un atteggiamento più religioso: 2 Timoteo 2:13. La conversione dalle opere del mondo è cosa positiva, ma non è da confondere con la salvezza. Pietro aveva creduto ed aveva parlato - Matteo 16:16 - perciò era salvato - Romani 10:8-10 - eppure aveva ancora bisogno di conversione - Luca 22:28-32 - poiché giunse a rinnegare Cristo per vigliaccheria: Matteo 26:69-75p. Ancora molto tempo dopo “era da condannare”: Galati 2:11. Ugualmente i Corinzi, cui Paolo rivolge le sue due lettere, erano ancora carnali - 1 Corinzi 3:1-4 - essendo invischiati nelle contese, nelle liti e le ingiustizie - 1:11 e 6:1.8s - nella fornicazione e nella superbia - 5:1s - nell’incontinenza della carne - 7:9 - nell’ ubriachezza e l’empietà - 11:20s.27-32. Eppure l’apostolo non teme per questo di chiamarli fratelli - 1:10.26 etc. - e di scrivere loro queste parole: “Io ringrazio sempre il mio Dio per voi, per la grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù” - 1:4 - e ancora: “Voi siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel Nome del Signore Gesù Cristo, mediante lo Spirito del nostro Dio” - 6:11. Infatti l’uomo cui Dio misericordioso ha affidato il Vangelo della grazia sa che i peccati dei suoi diletti fratelli di Corinto non potranno mai separarli da Cristo, perciò può scrivere loro: “Egli vi renderà saldi fino alla fine, perché siate irreprensibili nel giorno del Signore Gesù Cristo. Fedele è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione del Figlio suo Gesù Cristo nostro Signore” - 1:8s. Dunque FEDELE E’ DIO, non tu, che continuerai ad essere un peccatore bisognoso di perdono. Allora a te saranno rivolte queste parole: “Se qualcuno pecca, noi abbiamo un avvocato davanti al Padre: Gesù Cristo il giusto. Egli è il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati e non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo” - 1 Giovanni 2:1s. Non ascoltare dunque coloro che insinuano dubbi nel tuo cuore credente portandovi la disperazione, piuttosto rallegrati e fai salti di gioia: Gesù ti ha salvato! “Così anche Davide proclama la felicità dell’uomo al quale Dio mette in conto la giustizia senza opere, dicendo: Felici coloro le cui iniquità sono perdonate e i cui peccati sono coperti. Felice l’uomo al quale il Signore non addebita affatto il peccato!” - Romani 4:6-8. Forse già conosci la parabola del seminatore, altrimenti la puoi leggere in Luca 8:5-8. Or questo è il significato della parabola: il seme è la parola di Dio. Quelli lungo la strada sono coloro che ascoltano, ma poi viene il diavolo e porta via la parola dal loro cuore, affinché non credano e non siano salvati. Quelli sulla roccia sono coloro i quali, quando ascoltano la parola, la ricevono con gioia; ma costoro non hanno radice, credono in tempo propizio e, quando arriva la prova, si tirano indietro. Quello che è caduto tra le spine sono coloro che ascoltano, ma se ne vanno e restano soffocati dalle preoccupazioni, dalle ricchezze e dai piaceri della vita, e non arrivano a maturità. E quello che è caduto in un buon terreno sono coloro i quali, dopo aver udito la parola, la ritengono in un cuore onesto e buono, e portano frutto con perseveranza - Luca 8:11-15. Forse sarai portato a pensare che gli unici salvati siano quelli del buon terreno, ma, obiettivamente, chi il Vangelo dice che non saranno salvati? Sono solo i primi, i non credenti! Perché i secondi “si tirano indietro”, come fece Pietro, e i terzi “non arrivano a maturità”, come i fratelli di Corinto, eppure, al pari di questi e quello, hanno creduto e perciò sono salvati! “Chi crede in Lui non è giudicato, chi non crede è già giudicato, perché non ha creduto nel Nome dell’unigenito Figlio di Dio” - Giovanni 3:18.


La vera fede è per sempre,

anche se a volte sembra venire meno, come accadde a Pietro.

Ma la vera fede è una scelta decisa,

che non puoi ereditare dai tuoi genitori credenti,

è una scelta pensata,

che non può seguire l’onda emotiva di una liturgia commovente,

è una scelta coinvolgente

e non una via tentata “semmai ci fosse qualcosa dopo”,

è una scelta obbligata del cuore

e non la voglia di provare qualcosa di nuovo,

è una scelta personale,

che non dipende dal gruppo di amici o dal Paese in cui vivi,

è una scelta divina,

che non può perseguire interessi terreni.

La vera fede è la scelta con cui scoprirai che

tu sei l'eterna scelta di Dio!

Post più recente Post più vecchio Home page