Il Vangelo di Paolo [prima parte]

Con la parola Vangelo siamo abituati ad intendere uno scritto che racconti la vita di Gesù, e fino a qualche decennio fa, almeno per i non esperti, si conoscevano soltanto i quattro Vangeli canonici, quelli di Matteo, Marco, Luca e Giovanni. Ultimamente molti altri sono stati offerti al grande pubblico, alcuni di qualche rilievo, altri di pura fantasia. E’ possibile dunque, che leggendo del Vangelo di san Paolo, ti sia venuto in mente uno di quegli strani scritti in circolazione, che pretendono, dietro una pseudoepigrafia, di narrare cose esotiche sul conto del Signore, che i quattro evangelisti trascurarono di raccontare. In realtà abbiamo sufficiente buon senso per ritenere che gli unici Vangeli fidati sono quelli che la tradizione ecclesiastica ci ha sempre proposto a credere, non altri. Ma allora cos’è il Vangelo di Paolo? Nella lingua in cui il Nuovo Testamento ci è pervenuto, il greco, la parola vangelo significa buona notizia. Ciò a cui facciamo riferimento, quindi, è la Buona Notizia che l’apostolo delle genti ha annunciato nelle sue tredici lettere, che, accanto ai quattro Vangeli, sono contenute nella Bibbia cristiana. Ma qual è questa notizia, questo nuovo messaggio? Se Paolo predicò una religione, tra le tante allora presenti, sebbene fosse più vera o più buona, in cosa fu nuova? E in cosa fu buona, se impose a ciascuno, come una qualsiasi religione, di meritarsi da sé, attraverso opere, riti, astinenze e penitenze, la beatitudine eterna?

A queste domande intendo rispondere: Paolo non predicò un’altra religione, quella cristiana, né sostituì ai precetti delle fedi allora esistenti i propri precetti o quelli di Gesù. La sua fu realmente una novità positiva, per coloro che da Dio sono stati eletti a credervi. Nessuna religione, nessun rito, nessun comandamento, ma una Persona vivente: Gesù Cristo! “A coloro che l’hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio, a quelli, cioè, che credono nel suo Nome, i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da scelta umana, ma sono nati da Dio” - Giovanni 1:12s. Se Lo accoglierai, facendoLo tuo mediante la fede, nascerai di nuovo, come il Signore predicò a Nicodemo – Giovanni 3:3 - e scoprirai che questa nuova nascita non proviene da una contingente scelta umana, ma dalla eterna volontà di Dio.

Paolo predicò la natura di questa fede, attraverso la quale ci si appropria delle promesse divine. Per questo, per sfuggire alla perdizione, è necessario conoscere e credere il suo Vangelo, che consiste in tre punti soltanto: la FEDE nella piena Divinità e perfetta umanità di Gesù, perché Egli è l’unico Dio fattosi uomo per te, la FEDE nella sua nascita miracolosa, nella sua vita santa e nella sua morte in croce, che fu l’unica opera necessaria alla tua salvezza, infine la FEDE nella sua Resurrezione dai morti, per la quale Egli vive sempre nella carne per essere l’unico mediatore tra te e Dio. E’ possibile che la sola fede in Gesù quale unico Dio, unica opera, unico mediatore sia sufficiente per essere salvati? Paolo dovette molto lottare per convincere di questa buona notizia gli uditori della sua predicazione e nelle sue lettere egli insiste molto sulla questione della salvezza per fede soltanto, senza le opere. Una volta dovette rimproverare a riguardo lo stesso apostolo Pietro, quando costui, pur credendo alla salvezza tramite la sola opera di Gesù sulla croce, stava costringendo i fratelli pagani ai riti giudaici, negando così la libertà per i credenti dalla legge di Dio. Durante questo episodio, Paolo espresse in maniera chiara ed inequivocabile che “l’uomo non è giustificato per le opere della legge, ma soltanto per mezzo della fede in Cristo Gesù” - Galati 2:16. Pietro comprese il suo errore e così, scrivendo ai credenti provenienti dal paganesimo, disse: “voi siete custoditi, mediante la fede, per la salvezza che sta per essere rivelata negli ultimi tempi […] perché siete stati rigenerati non da seme corruttibile, ma incorruttibile, cioè mediante la parola vivente e permanente di Dio. Infatti: ogni carne è come l’erba, e ogni sua gloria come il fiore dell’erba. L’erba diventa secca e il fiore cade; ma la parola del Signore rimane in eterno. E questa parola è la Buona Notizia che vi è stata annunziata” - 1 Pietro 1:5.23ss. La salvezza è dunque un dono di Dio, e cercare o, peggio, pensare di meritarsela significa perderla. Ma perché hai bisogno di una salvezza gratuita?

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